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Un albergo da premio

Il progetto “Slow Horse”

Un elegante e sofisticato drago a sette gambe, con un dorso inquieto e cangiante a seconda delle stagioni. Un inno al Maestro Carlo Mollino, in cui le soluzioni trovate per la sua Casa Capriata a Gressoney (AO) si ritrovano esasperate e rinvigorite. Un affascinante gioco di contrasti negli interni, da scoprire mano a mano che ci si addentra nell’esplorazione.

Il progetto “Slow Horse”, realizzato dal team friulano-piemontese di Elasticospa+3 a Piancavallo (PN), è una raffinata e innovativa realizzazione, che ha ottenuto diversi premi internazionali di architettura (Mies van der Rohe Award 2013, Premio Pida Alberghi 2013).

Slow Horse Piancavallo

Slow Horse Piancavallo

Gli esterni

L'Hotel 1301 Inn si sviluppa su una sorta di basamento, ricavato dal piano terra del vecchio albergo, parzialmente demolito e riconvertito a reception e caffetteria. Su di esso si erge il nucleo principale, tre piani prefabbricati in legno, ferro e cemento, sostenuti da sette massicci pilastri in calcestruzzo.

Nella progettazione, l’architetto ha scelto di “giocare” con il contesto, mostrando una facciata più urbana nella parte rivolta a sud, verso gli edifici residenziali vicini, e una versione più tipicamente alpina nella parte di nord-est, che gode della vista panoramica verso le Alpi Carniche. Il gioco continua nelle forme della copertura, che con il suo complesso sistema di piani inclinati interagisce con i fenomeni atmosferici (acqua, ghiaccio, neve) e crea sculture naturali o piccole cascate, a seconda delle temperature e delle stagioni.

Il nostro scopo era costruire un edificio in grado di modellare la neve, lavorare e giocare con essa. La neve è un elemento interessante, con un volume, un colore, una forza, è il motivo che spinge la gente ad andare in montagna. – Arch. Stefano Pujatti

Slow Horse Piancavallo

Slow Horse Piancavallo

Gli interni

L’irraggiamento solare e la vista verso il paesaggio sono stati gli elementi trainanti della scelta dell’orientamento delle 37 stanze, tutte affacciate con ballatoi di legno su uno spazio centrale a tripla altezza. Nella progettazione degli interni, l’architetto ha continuato il suo gioco, tra contrasti evidenti (il pavimento irregolare in cotto e cemento), scelte “rivisitate” in stile alpino (gli arredi dalle forme squadrate in multistrato di larice) e sorprese inaspettate (le tende di catene nei guardaroba delle stanze, che riportano immagini di sciatori e scalatori d’altri tempi).

Slow Horse Piancavallo

Slow Horse Piancavallo

Il camino

Il posizionamento di un camino nella hall del primo piano era già stato previsto fin dalla progettazione dell’albergo, con la creazione di un torrino sul tetto e di una nicchia apposita nell’asse di incontro tra le direttrici principali della copertura. Fulcro centrale dell’edificio, la hall è uno spazio con soffitti alti oltre 8 metri, ampie vetrate con vista sulle montagne e apertura su tre piani di ballatoi. E’ sovrastato da un lampadario cilindrico, sulla quale è impressa la famosa foto di Carlo Mollino con gli occhiali da aviatore.

Il fabbisogno energetico di questo ampio spazio non poteva essere completamente soddisfatto dal riscaldamento a pavimento e dai corpi radianti installati nei ballatoi. Era pertanto necessaria una fonte di riscaldamento d’appoggio, idealmente in linea con le scelte ecocompatibili effettuate per l’intero edificio.

L’installazione di un camino a pellet (Vivo 80 di MCZ) ha dovuto tenere conto della struttura completamente in legno dell’edificio, soggetto a rigorose normative antincendio. Era inoltre necessario prelevare l’aria comburente dall’esterno per mantenere l’efficienza energetica dell’edificio (classe A), evitando flussi d’aria fredda dall’esterno.

L’architetto ha progettato un rivestimento in ferro battuto, che si sviluppa intorno al focolare e prosegue a destra e a sinistra riprendendo con due ampie panche gli assi portanti della copertura. Nel rivestimento le molature, lasciate volutamente a vista, e i bulloni, altrettanto evidenti, enfatizzano l’aspetto industriale e “meccanico” del prodotto, che ben si inserisce nel contesto complessivo dell’albergo.

“Il camino è programmato per accendersi quotidianamente, nelle ore di maggiore affluenza dei clienti, indicativamente dalle 14:00 alle 23:00, quindi per circa 10 ore al giorno”, racconta Ippazio Ciardo, presidente della cooperativa Piancavallo 1265, che gestisce l’albergo. Viene utilizzato circa 1 sacco e mezzo di pellet al giorno, che consente di ottenere temperature intorno ai 20-21°C nella hall e anche più alte nei ballatoi dei piani superiori, grazie alla diffusione del calore attraverso le bocchette poste nella parte superiore del rivestimento.

“Utilizziamo esclusivamente Pellet EN Plus”, spiega Ciardo, “perché brucia completamente e non lascia residui, tanto che le operazioni di pulizia sono davvero molto veloci”.

La cooperativa Piancavallo 1265 ha già installato una decina di stufe a marchio MCZ in centri di noleggio sci, baite, impianti sportivi, bar e ristoranti della zona.

“Per noi il pellet è insostituibile”, conclude Ciardo. “Con la legna, non potremmo programmare accensione e spegnimento secondo gli orari di arrivo della clientela e saremmo costretti a impegnare il personale in complesse operazioni di carico e pulizia.”

Slow Horse Piancavallo

Slow Horse Piancavallo

PRODOTTO: Vivo 80 Pellet di MCZ

PROGETTAZIONE RIVESTIMENTO CAMINO: Arch. Stefano Pujatti (Elasticospa+3)

RIVENDITA: Zanette Srl, Sacile (PN)

INSTALLAZIONE: Massimo Cappucci (Atlantica Fuoco e Fiamme Srl)

CONSULENZA ENERGETICA: Ing. Luca Infanti (Systecdesign)

FOTOGRAFIE: Gaal Miklos, Franco Zanussi, Elasticospa

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