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Pellet: soluzione vincente

Un appartamento ricavato nei locali di un’antica industria manifatturiera si riscalda a pellet

Francesca, Simone e la piccola Dora vivono nel centro storico di Jesi, una piccola, deliziosa città delle Marche, che fin dalla fine dell’Ottocento era un vivace centro industriale, tanto da guadagnarsi l’appellativo di “Milano del Centro Italia”.

“Viviamo all'interno di un complesso abitativo creato sulle spoglie della SIMA, l'azienda jesina più importante del '900”, racconta Francesca. “Produceva macchine agricole e olearie e l’edificio ha mantenuto quel sapore industriale che tanto ci piace.”

“La prima volta che abbiamo visitato la nostra casa era di notte, al buio completo, con una pila”, racconta Francesca. “Il proprietario ci ha fatto salire una scala e, nonostante la pioggia e le condizioni avverse, è stato amore a prima vista.”

L’appartamento si sviluppa su due piani. Il piano inferiore è occupato dalla zona notte e dal soggiorno, mentre il piano superiore, con tetto a mezza volta in ghisa, è occupato per la maggior parte da un’ampia terrazza affacciata sul centro storico. Lo spazio coperto, lungo e stretto, con ampie vetrate che danno sul terrazzo, ospita la cucina e una zona relax, per una superficie totale di circa 45 metri quadri.

“Viviamo moltissimo questo spazio, soprattutto in inverno. È la zona della casa dove ci rilassiamo di più, perché qui mangiamo, leggiamo, giochiamo con Dora”, spiega Francesca.

Fin dall’inizio, Francesca e Simone avevano pensato di inserire un punto fuoco in questo spazio, per renderlo più caldo ed accogliente. Tuttavia, l’altezza limitata del soffitto, appena due metri e trenta, costituiva un problema strutturale non da poco per l’installazione di un camino a legna - il sogno di Simone. Qualsiasi prodotto a legna, infatti, per garantire un buon tiraggio, ha bisogno di una canna fumaria di almeno quattro metri, contro il metro e mezzo richiesto dai prodotti a pellet.

Ripiegando su un prodotto a pellet, Francesca e Simone hanno scoperto un mondo di alternative, altrettanto valide esteticamente, ma anche più pratiche.

Il modello che abbiamo scelto ci ha conquistati per la sua modernità e la sua capacità di essere oggetto di design più che semplice “utensile” da riscaldamento. A distanza di anni continua ad essere esteticamente attuale oltre che perfettamente funzionale. – Francesca Tilio

Stufa a pellet MCZ

Stufa a pellet MCZ

La stufa MCZ, un modello del 2008, ora fuori produzione, è diventato un elemento fondamentale della casa e l'atmosfera che crea è perfetta per una cucina che ospita spesso amici a cena. Posizionata in fondo al corridoio, di fronte alla grande vetrata, si abbina perfettamente all’arredamento scelto, semplice e moderno, con contaminazioni in stile classico, come la vecchia madia di famiglia.

La stufa è l'unico elemento che riscalda la stanza.

Ci piace il fatto che si possa programmare, così la mattina possiamo salire a fare colazione in una cucina già calda ed accogliente, senza differenze di temperatura rispetto al piano sottostante che è invece riscaldato tradizionalmente con impianto termico a radiatori. – Francesca Tilio

Il momento in cui la stufa rimane accesa più a lungo è la sera, quando la famiglia anche dopo mangiato resta a godersi il tepore creato.

Per un utilizzo di questo tipo la manutenzione richiesta è davvero minima.

“Provvediamo alla pulizia del braciere una volta a settimana o, nei periodi di utilizzo maggiore, ogni 4/5 giorni”, spiega Francesca. “Questo è possibile anche grazie all’utilizzo di pellet di eccellente qualità, il cui maggior prezzo viene ricompensato da una maggiore capacità di riscaldamento oltre che da un inferiore rilascio di cenere residua.”

Per contenere il pellet, Francesca ha trovato una soluzione decorativa: un contenitore in legno, in stile orientale, pescato casualmente in un mercatino di antiquariato. Basta svuotare il sacco di pellet aperto nel contenitore e il gioco è fatto.

Stufa a pellet MCZ

Stufa a pellet MCZ

Stufa a pellet MCZ

Stufa a pellet MCZ

Stufa a pellet MCZ

Stufa: MCZ

Installatore: Atmosfere di Vibroedil

Fotografie: Francesca Tilio

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molto bello l'articolo e la spiegazione ma mi stavo domandando come questi signori abbiamo potuto avere l'abitabilità di un locale con altezza di soli 230 cm,forse nella loro città i regolamenti edilizi sono diversi? io sono a roma e con altezza 240 non mi hanno concesso l'abitabilità

@Valeria, lo chiederemo per te ai proprietari!

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