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Canne fumarie: prevenire i malfunzionamenti

I consigli dell’Associazione Italiana Spazzacamini

Gli esperti avvertono: dai fatti di cronaca e dalle statistiche dei Vigili del Fuoco emerge che negli ultimi anni in Italia sono aumentati costantemente gli incendi e intossicazioni.

Perché? Abbiamo cercato di spiegarlo con l’aiuto di ANFUS, l’Associazione italiana fumisti e spazzacamini.

 

LA CATTIVA MANUTENZIONE DELLA CANNA FUMARIA

Una delle prime cause di questi incidenti è la cattiva manutenzione della canna fumaria. Il cosiddetto “incendio da fuliggine” si innesca perché le scorie e i residui che si depositano lungo le pareti della canna fumaria prendono fuoco.

Come fare per prevenirli?

E’ importante garantire un’accurata e costante pulizia della canna fumaria. E’ un’operazione che va prevista almeno una volta l’anno e va effettuata da personale specializzato.

Per prevenire la formazione di catrame e creosoto nella canna fumaria e anche per ridurre le emissioni inquinanti, è opportuno anche bruciare solo legna asciutta, stagionata da almeno 12 mesi. Vietato bruciare, invece, scarti di lavorazioni come truciolati, compensati o elementi verniciati, plastica e carta patinata,  bruciare scarti alimentari o mozziconi di sigarette: da questi prodotti durante la combustione si liberano inquinanti che fuoriescono dal camino.

 

DIFETTI COSTRUTTIVI DELLA CANNA FUMARIA

A volte, gli incendi alla canna fumaria possono avvenire per il surriscaldamento eccessivo delle parti interne. Le cause sono quindi da ricercare nell’errata costruzione del camino: materiali non idonei, isolamento termico insufficiente in rapporto ai combustibili in uso, mancato rispetto delle distanze di sicurezza da materiali combustibili adiacenti.

Come spiega Danny Garbin della Schiedel Srl, “c’è stata una rapida diffusione di impianti a legna o a pellet sempre più evoluti, ma spesso non accompagnati da una revisione del sistema di evacuazione fumi in base alla potenza dell’impianto. Pellet e legna, ad esempio, sottopongono le canne fumarie a temperature più elevate: 200°C per il pellet, 400°C per la legna contro i 150°C di una caldaia tradizionale a gas. Modificare l’impianto, soprattutto se a legna, lasciando invariata la canna fumaria esistente o sottovalutando la costruzione di un camino idoneo e a norma, può aprire scenari di alto potenziale di rischio.”

 

Per concludere, per la prevenzione di qualsiasi incidente, “dobbiamo smettere di pensare al caminetto o alla stufa come un semplice elettrodomestico. Essendo impianti termici come tali vanno trattati. Rinunciate al fai da te, chiamate per l’installazione un installatore abilitato (fumista) e per la manutenzione e la pulizia uno spazzacamino qualificato”, consiglia ANFUS.

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L'installatore certificato ha collegato una stufa a pellet al mio camino e la canna fumaria sale di tre metri dentro di esso. Il tiraggio è ottimo. Cosa devo pensare?

Mentre per i prodotti a legna la lunghezza minima dell'impianto fumario deve essere di almeno 4 metri, i prodotti a pellet funzionano perfettamente anche con canne fumarie più corte. Per fare una valutazione specifica del suo caso, dovremmo capire di che tipo di stufa si tratta, come è stata raccordata al camino esistente, qual è la lunghezza e l'andamento del raccordo, eccetera. Se preferisce, può scrivere a customercare@mcz.it

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